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SCOPRI EMPOLI

I personaggi illustri

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I personaggi illustri
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Tante le personalità illustri che sono nate o hanno vissuto a Empoli. Pittori, musicisti, letterati, ma anche medici e scienziati hanno lasciato tracce preziose nella nostra città. Scopri di più ed esplora Empoli ripercorrendo i passi dei suoi cittadini più famosi. 

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Jacopo Carucci, detto il Pontormo

(Pontorme, Empoli, 1494 – Firenze 1557)

Il Pontormo, è uno dei primi esponenti della Maniera moderna. Nelle sue opere, conservate nei musei più importanti al mondo, si percepisce chiaramente l’inquietudine di Jacopo, in parte legata agli anni in cui visse: un’epoca segnata da forti contraddizioni e dalle lotte religiose che preannunciavano la Controriforma.

A Pontorme, la casa natale dell’artista, identificata verso gli anni ’50 del Novecento, è oggi un vero e proprio museo e centro di documentazione dedicato all’opera del Pontormo. Qui è custodita una preziosa copia cinquecentesca della Madonna del Libro, opera perduta di Pontormo.

Sempre a Pontorme, nella Chiesa di San Michele si possono ancora oggi ammirare le tavole dei Santi che raffigurano San Michele Arcangelo e di San Giovanni Evangelista, realizzate da Jacopo nel 1519 proprio per questa chiesa a pochi passi dalla sua casa natale.

Jacopo Chimenti, detto L’Empoli

(Firenze, 1551 – 1640)

Jacopo Chimenti nacque e si formò a Firenze, ma fu soprannominato l’Empoli per via delle origini della famiglia paterna. La sua pittura si ispira alle opere del primo Cinquecento fiorentino e, in particolare, a quelle di Santi di Tito. Abile disegnatore dal vero, le opere di Jacopo si contraddistinguono per i tratti classicheggianti e le pose tipicamente asciutte e solenni.

Presenti in numerose chiese dell’Empolese Valdelsa, in città le opere dell’Empoli si trovano nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea, nella vicina Collegiata di Sant’Andrea e nella Chiesa di Santa Maria a Ripa, a pochi passi dal centro storico.

Jacopo Chimenti - Ritratto
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Renato Fucini

(Monterotondo Marittimo, 1843 – Empoli, 1921)

Trasferitosi in giovane età con la famiglia dalla Maremma nell’abitazione di Dianella, nel Comune di Vinci, dopo la laurea in agraria, si dedicò alla scrittura in versi e in prosa.

Le sue opere Le veglie di Neri: paesi e figure della campagna Toscana, All’aria aperta e Nella campagna toscana riscossero un discreto successo e sono state tramandate per generazioni.

Proprio le sue novelle, divenute popolari, gli aprirono la strada per della carriera scolastica, mentre i rapporti di amicizia che allacciò e mantenne con gli scrittori Verga, De Amicis, Carducci, con il musicista e compositore Giacomo Puccini e con alcuni dei pittori Macchiaioli, ne fecero un esponente di spicco del panorama culturale di inizio Novecento.

A Empoli visse per diversi anni ed è qui che morì, in una palazzina della via che ora porta il suo nome. A lui è oggi intitolata la Biblioteca comunale

Ferruccio Busoni

(Empoli 1866 – Berlino 1924)

Avviato agli studi musicali dai genitori musicisti, Ferruccio debuttò come pianista a soli 7 anni e a 12 scrisse un concerto per archi e pianoforte.

Musicista di eccezionale talento, tanto da essere definito ‘principe dei pianisti moderni’, fin da giovanissimo iniziò a viaggiare e dall’Italia si trasferì a Vienna dove conobbe Brahms. Visse poi a Lipsia dove ebbe contatti con Tchajkovsky e in seguito ad Helsinki dove fu maestro di Sibelius.

Nonostante l’intensa e soddisfacente carriera di concertista, Busoni fu anche musicologo, critico musicale, insegnante e compositore. Tra i suoi componimenti vi sono Elegie per pianoforte (1907-9), Fantasia contrappuntistica (1910-12), Sonantina seconda (1912) o il Nocturne symphonique op. 43, le opere Die Brautwahl (1911), Fantasia indiana (1913) e Doktor Faust a cui lavorò negli ultimi anni della sua vita.

A Empoli si visita la sua casa natale, oggi museo dedicato all’ opera e alla vicenda biografica  del musicista e sede Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni.

Ritratto del Maestro Ferruccio Busoni di Umberto Boccioni

Vincenzo Salvagnoli

(Empoli, 1802 – Pisa, 1861)

Giurista, intellettuale e politico che contribuì alla fondazione del Gabinetto Vieusseux fu un personaggio di spicco del Risorgimento italiano.

In contatto con protagonisti dell’epoca, come Gino Capponi e Camillo Benso, conte di Cavour e noto per le sue idee liberali, che gli costarono un periodo di prigionia nel carcere di Livorno, nel 1859 Salvagnoli fu nominato Ministro degli Affari Ecclesiastici in Toscana. Proprio svolgendo questo incarico, si impegnò nella costituzione del Museo della Collegiata di Sant’Andrea nella sua città natale.

Nel 1860 fu nominato senatore del Regno d’Italia. Morì l’anno successivo, tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia ed è oggi sepolto nel Cimitero Monumentale a Pisa.

Giuseppe Del Papa

(Empoli, 1648 – 1735)

Medico e letterato, allievo di Alessandro Marchetti, alla cui riflessione scientifica si ispirò approfondendo le scoperte di Galileo Galilei, fu in contatto con i maggiori intellettuali del suo tempo, tra cui Francesco Redi a cui succedette nella posizione di Archiatra granducale.

Nel 1735, alla sua morte, Del Papa lasciò tutta la sua cospicua eredità ai suoi concittadini meno fortunati disponendo che questa venisse utilizzata per mantenere un maestro di scuola per la Comunità di Empoli, per far studiare ogni anno due giovani all’Università di Pisa e altri due presso il seminario Arcivescovile di Firenze e, infine, per garantire diverse doti doti di 25 ducati a “povere e oneste fanciulle” empolesi.

Nel 1743 la Comunità empolese chiese e ottenne dall’autorità granducale di poter utilizzare una parte dell’eredità Del Papa per l’istituzione di un proprio ospedale pubblico, l’Ospedale San Giuseppe che fu poi costruito nell’angolo sud orientale della terza cerchia muraria tra il 1746 e il 1765. 

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Vincenzo Chiarugi

(Empoli, 1759 – Firenze, 1820)

Medico di nascita empolese, oggi considerato uno dei capostipiti della moderna terapia psichiatrica, Chiurugi fu il primo a dedicarsi sistematicamente allo studio delle malattie mentali, arrivando ad azzardare una moderna definizione di pazzia, molto distante dalle superstizioni che circondavano tale condizione al suo tempo.

Presso l’ospedale di Bonifazio di Firenze si impegnò a trovare un modo per trattare, con rispetto e senza pregiudizi, i pazienti che necessitavano cure psichiatriche e, grazie al sostegno dell’illuminato Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, nel 1793-94 pubblicò l’avanguardistico trattato Della pazzia in genere e in specie.

Dal 1810 insegnò Dermatologia e Malattie Mentali presso l’Università di Pisa, prima al mondo ad istituire tale cattedra.

Degna di nota è una pubblicazione relativa alla sua città natale Empoli, intitolata appunto Della Storia d’Empoli.

Giuliano Vanghetti

(Greve in Chianti, 1861 – Empoli, 1942)

Medico chirurgo, esercitò la professione ad Empoli per gran parte della sua vita, ma trascorse anche lunghi periodi in mare come medico di bordo sulle navi che conducevano migranti italiani all’estero. In questo frangente studiò diverse lingue straniere e iniziò a maturare alcune teorie sull’interlingua.

Durante gli anni della prima guerra mondiale si dedicò all’ideazione di protesi cinematiche, in grado cioè di ridare il movimento agli arti amputati dei giovani soldati. Nonostante la portata estremamente innovativa delle sue tesi scientifiche, solo in tarda età i suoi meriti vennero riconosciuti e le sue sperimentazioni prese a modello per sviluppare protesi sempre più innovative.

Nel 1990 la figlia Flora donò al Comune di Empoli tutti gli oggetti originali dell’officina-laboratorio di Vanghetti, tra cui attrezzi, libri e protesi funzionanti, che oggi sono conservati presso la Biblioteca Comunale.

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