raggruppa_585
SCOPRI EMPOLI

Le tradizioni

|
Le tradizioni
Condividi:
Condividi su facebook
Condividi su twitter

A Empoli, in passato, le feste più solenni erano scandite dal calendario liturgico: la festa del patrono, sant’Andrea, il 30 novembre e, a partire dal 1264, quella del Corpus Domini, di data mobile a seconda della Pasqua, che cadeva sempre di maggio o di giugno. Queste due ricorrenze sono tuttora celebrate dalla città: in occasione della festa del patrono si consegna ogni anno il Sant’Andrea d’Oro un riconoscimento assegnato a cittadini che si siano distinti nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sport o della solidarietà. Per il Corpus Domini, oltre alla storica fiera, oggi trasformatasi in Luna Park, negli ultimi anni si è tornati ad organizzare il tradizionale Volo del Ciuco che, per cinque secoli, dal 1397 alla sua abolizione nel 1861, aveva intrattenuto gli empolesi.

Una tradizione vecchia di oltre cinque secoli

Proprio nel giorno del Corpus Domini del 1340 fu istituita la Compagnia di sant’Andrea, la più antica confraternita empolese di laici. Per festeggiare tale ricorrenza, i fondatori decisero di organizzare ogni anno un insieme di manifestazioni di intrattenimento che si andavano ad aggiungere alle celebrazioni liturgiche. 

Tra queste spicca il Volo del Ciuco, forse la festa più radicata nella memoria storica empolese. Il giorno del Corpus Domini un povero asinello (detto Ciuco in dialetto toscano) veniva portato su per il campanile della Collegiata e, appeso ad una carrucola su una corda, veniva fatto “volare” sopra le teste dei cittadini riuniti in Piazza Farinata degli Uberti, fino a schiantarsi contro una delle colonne del loggiato di Palazzo Ghibellino. Da come volava si facevano anche presagi e previsioni sull’andamento dei raccolti nei campi.

VisitEmpoli-37
Pagli 2

Di eserciti, assedi e altre storie affascinanti

Secondo la tradizione, che non trova alcun fondamento storico, il volo del ciuco a Empoli avrebbe avuto inizio nel 1397 come sberleffo contro i Sanminiatesi, dopo la loro fallita ribellione al dominio fiorentino; fallimento a cui gli Empolesi, ed in particolare il comandante Cantino Cantini, avevano contribuito. La leggenda si basa però sul poemetto di Ippolito Neri (1652-1709), intitolato La presa di Saminiato, ispirato ai fatti del 1397. Per suscitare l’ilarità del lettore, Neri aggiunge ai dati storici diversi aneddoti inventati, come l’episodio del gregge di capre con lumicini appesi alle corna, fatto disporre di notte nella pianura antistante la rocca di San Miniato per suscitare l’impressione di un numeroso esercito in agguato ed indurre i sanminiatesi alla resa. La leggenda del volo deriva invece dalle parole fatte pronunciare da Silvera, capo dell’esercito sanminiatese, ovvero che prima che la sua città cadesse in mano agli empolesi si sarebbero visti gli asini volare in cielo.

Il Volo del Ciuco oggi

Dopo cinque secoli, nel 1861, all’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, il Volo del Ciuco venne abolito, non solo per la sua crudeltà, ma anche perché espressione di un’epoca di oscurantismo e campanilismo da lasciarsi ormai definitivamente alle spalle.

Oggi la festa ha ripreso vita grazie alla Compagnia di S. Andrea che ogni anno organizza non solo lo spettacolare Volo (che oggi viene rievocato facendo volare un asino finto), ma anche la sfilata storica e il Palio del Ciuco ai quali cui partecipano i tre castelli che formavano anticamente la Lega di Empoli, ovvero Empoli, Pontorme e Monterappoli.

il volo del ciuco oggi